Pandemia, Cyber Attack, Afghanistan: in questi tempi gli effetti sono globali

Ormai nulla può essere dato per scontato e i cambiamenti non solo coivolgono tutti, ma sono velocissimi

E’ ormai evidente che il rapido modificarsi degli scenari in cui ci muoviamo e la loro complessità, rendono difficile elaborare considerazioni definitive in quanto i cambiamenti sono ormai più veloci della nostra narrazione, e sorprendono, o sembra sorprendano, anche i più acuti osservatori internazionali ed i grandi esperti di analisi strategiche, a dimostrazione della rapidità e complessità.

Gli attacchi Cyber globali contestualmente alle drammatiche vicende afghane, aldilà delle interpretazioni e considerazioni del prima, del dopo e del durante  rendono certamente evidente quanto la sicurezza, i suoi modelli e strumenti di gestione dei rischi, in una ampia accezione, siano un processo diffuso trasversale nelle comunità, nelle organizzazioni, negli Stati,  e non declinabile più attraverso confini e territori,  muri;  e cio che accade in un luogo di guerra, anche virtuale,  genera i suoi effetti su un piano globale.

Ci troviamo ormai in un labirinto senza confini dove tutto scorre velocemente, i luoghi sono un punto esplorabile con il semplice movimento di un pollice e di un indice insieme, fino a rivelare qualsiasi isola e cogliere il fermo immagine di chi vi è approdato. Gli spazi fisici e virtuali s’intersecano fino quasi ad annullare i reciproci perimetri di competenza, rallentando talvolta, scelte, decisioni, interventi, gestione.

In epoca pandemica (perché siamo ancora in tale epoca) con un contesto mediorientale in turbolenta trasformazione, in una società digitalizzata, assistiamo da qualche mese, anche agli effetti economici di questi eventi, primo fra tutti ad una pressione sui prezzi destinata a durare , provocata, sì dalla forte domanda postlockdown, ma anche dalla mancanza e dal rincaro delle materie prime e di molti componenti a causa delle “strozzature” nelle catene di fornitura forse indotta strategicamente. Emblematico il caso dei semiconduttori nell’industria automobilistica, ma non solo. In realtà il prodotto finito asiatico è rapidamente disponibile e ciò qualche riflessione induce a farla, certamente tutto ciò ha degli effetti.

L’approccio tradizionale sui fenomeni è in ritardo, Pandemia, Cyber, Afghanistan, sono sì  manifestazioni autonome ma con le conseguenze a cui accennavo:  la mutazione degli scenari di rischio.

Occorrono analisi trasparenti, visioni chiare, gestioni autorevoli, indirizzi politici delle organizzazioni pubbliche e private determinati. La gestione del rischio non può essere una componente della normalità, una passiva accettazione di quello che verrà, non c’è normalità nei milioni di morti per pandemia se non controllata nè gestita, in milioni di attacchi cyber al giorno, in migliaia di morti tra afghani e militari dopo 20 anni di guerra. La gestione del rischio non può essere sempre un emergenza incontrollata.  Le ritirate non sempre sono solo strategiche, a volte concordate e necessarie,  ma le condizioni d’insicurezza che lasciano sono globali e diffuse sulle popolazioni, sulle economie legali e illegali, sui mercati, sul futuro.

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